Le modalità e i ritmi della vita quotidiana sono sconvolti. Il silenzio ammanta le strade e le piazze, è rotto soltanto dalle sirene delle ambulanze e al mattino, mezzogiorno e sera dal suono delle campane che invitano alla preghiera dell’Angelus alla Madonna.

Le persone decedute, gli affetti feriti, i degenti negli ospedali, l’abnegazione e l’eroica dedizione del personale sanitario, delle Forze dell’Ordine, del volontariato, dei lavoratori, le paure per il futuro: questo il contesto della Settimana Santa del 2020. Contesto rappresentato in modo unico e toccante da Papa Francesco nella preghiera recitata sul sagrato della Basilica di San Pietro venerdì 27 marzo.

Anche quest’anno il mondo del lavoro attendeva con gioia la celebrazione della Santa Messa Pasquale, il Cardinale Arcivescovo, come sempre, aveva dato generosa disponibilità. L’emergenza ci costringe a vivere i riti della Settimana Santa attraverso la televisione.  Questo modo inconsueto può però aiutarci a meglio comprendere e interiorizzare il Mistero Pasquale, cioè la passione, morte e risurrezione del Signore. Nella Settimana Santa la passione, morte e risurrezione del Signore ridiventano attuali, non sono un semplice ricordo, non sono un’azione del passato ma del presente. È quanto professiamo nella Santa Messa dopo la consacrazione del pane e del vino con le parole “annunziamo la Tua morte Signore, proclamiamo la Tua risurrezione nell’attesa della Tua venuta”.

Il Mistero Pasquale vissuto nei riti della Settimana Santa, è un solido fondamento della speranza della quale abbiamo bisogno bruciante in questi giorni.

Monsignor Luigi Molinari