Saluto del sindaco Marco Bucci al termine della Messa di San Giovanni Battista
Cattedrale S. Lorenzo – 24 giugno 2020
Eminenza Reverendissima,
purtroppo non so parlare così bene in genovese [ come don Parodi n.d.r ], devo dirlo in Italiano, ma è come se lo dicessi in genovese: per me è un grande onore essere qui a portare i saluti della città di Genova, una città che Lei ha così bene raccontato, delineato e descritto pochi minuti fa.
Ebbene: la Chiesa di Genova, a Genova, ha una importanza eccezionale, e direi ben più importante di molte altre città d’Italia e certamente di tante altre città d’Europa. E lo dico non solo per i fedeli che tutti i giorni fanno la loro attività dentro la società civile, ma lo dico per tutti i preti e i parroci che sono nelle parrocchie, lo dico per tutte le associazioni e le comunità che si occupano di quelli che hanno bisogno di aiuto, e fanno quelle cose che l’Amministrazione non riesce a fare, e aiutano l’Amministrazione veramente a servire la Città, lo dico per i cappellani del lavoro, che come lei ha ben detto, sono un orgoglio della nostra città, e aiutano a costruire quei posti di lavoro e quella realtà economica e sociale che è così importante per la nostra Città e che ci da la crescita e che ci da il futuro. A loro va il nostro ringraziamento perché fanno un servizio di cui noi siamo orgogliosi. Noi li abbiamo; vorremmo che li avessero tante altre città d’Italia e del mondo.
Sono stati 14 anni con tantissimi cambiamenti, l’avete detto prima. Cambiamenti in tante cose belle, e in tante cose meno belle, in tante cose facili e in tante cose molto difficili, ma la sua guida spirituale – glielo dico da genovese – è stata sempre capace a mantenere la mano sulla barra del timone. Ecco, questa è la cosa importante: la barra del timone dritta per quel percorso [ è quello ] che serve a tutti quelli che van per mare per arrivare al porto. Di questo la ringraziamo perché ha dato veramente un grande segnale a tutta la nostra Città e tutta la nostra Città lo ha colto.
Lo dico proprio sinceramente. Negli ultimi tre anni, che abbiamo fatto assieme, abbiamo affrontato grandi tragedie, le due più importanti le sapete tutti: dal ponte a questa emergenza. Ebbene: io ho dovuto fare tante volte scelte difficili e con Lei mi sono trovato sempre vicino a fare veramente quello che la nostra città aveva bisogno, a rimboccarci le maniche, tutti quanti assieme, a costruire quello che è il nostro futuro, per uscire dalle tragedie migliori di come ci eravamo entrati. Io di questo le renderò grazie, e le dirò grazie per sempre. Ma la Città stessa le dice grazie.
Sappiamo che Lei rimarrà qui a Genova, sappiamo che rimarrà intorno a noi, sappiamo che sarà possibile incontrarla a passeggio nei caruggi, o magari come hanno detto prima a prendere un caffè a Sarzana. Questa è una cosa che i genovesi gradiscono molto.
Io so che Lei farà ancora tanto per la nostra Città: farà ancora tanto con il pensiero, con la sua intelligenza e anche con le sue azioni, e di questo le dico nuovamente grazie.
Eminenza, io come persona, come sindaco, e a nome della città di Genova e di tutti i cittadini diciamo grazie per questi 14 anni, per come ha tenuto la mano ferma sulla barra del timone, e per come ha condotto la nostra città. Le diciamo grazie, le auguriamo buon cammino, e questo augurio le viene da tutta la Città, da quella città di Genova che Lei ha così ben descritto, che si porta dentro il cuore, assolutamente come noi.
Grazie!