Eccellenza Carissima,
come Ufficio per la Vita Sociale e il Lavoro e come Cappellani del Lavoro le siamo grati perché, nonostante le obiettive difficoltà dovute alla pandemia,
ha voluto celebrare quest’anno la tradizionale S. Messa per il Mondo del Lavoro – tradizione che risale a quasi 30 anni fa – dopo la forzata pausa del 2020.
Ci troviamo in un contesto difficile per aziende e lavoratori – e, ancora di più del solito, per i giovani in cerca di lavoro.
Oltre a tutte le vittime, cui va il nostro ricordo e la preghiera di suffragio, la pandemia ha portato sofferenze – che non sono ancora finite – in molti settori del lavoro, alcuni già in sofferenza prima di questa ultima crisi.
Fra le questioni aperte – sempre più urgenti – troviamo quella delle infrastrutture e della attenzione alle fragilità del nostro territorio:tutto ciò richiede ingenti investimenti che potrebbero essere finalmente possibili.
Come ha più volte detto anche lei, non lasciamoci sfuggire questa occasione unica per cambiare in meglio le cose, altrimenti questa pandemia sarà venuta invano.
Una società più giusta e inclusiva.
Un mondo del lavoro più attento alle conseguenze sociali e ambientali delle proprie scelte.
Una Chiesa capace di intercettare anche la modernità, arrivando lì dove la gente vive e comunica – senza per questo rinunciare a segnalare le problematiche e le trappole dello smart working e della vita virtuale.
Soprattutto, in circostanze come queste, la parola del Pastore può rincuorare e indicare una via d’uscita: ascoltiamo volentieri quanto ci vorrà dire, e affidiamo tutto il mondo alla protezione di S. Giuseppe.
foto gallery per gentile concessione de “Il Cittadino”
Per il 150 anniversario della dichiarazione di S. Giuseppe a Patrono della Chiesa Universale Papa Francesco ha istituito con la lettera Apostolica “Patris corde” l’anno di San Giuseppe.
Il Papa intendeva certamente anche raccomandarsi a Lui per la pandemia mondiale.
La Penitenzieria Apostolica ha concesso delle indulgenze – come sempre in queste circostanze – ma la peculiarità è che quelle associate a questo anno particolare sono molto diversificate, e soprattutto non limitate alle pratiche religiose!
In particolare mi sembrano molto interessanti per la valorizzazione del significato spirituale del lavoro dell’uomo, quella associata alla “offerta quotidiana del proprio lavoro”, e quella associata alla preghiera a S. Giuseppe per chi non trova lavoro e per la dignità del lavoro.
Potrebbe essere poi vissuta da molti come impegno concreto quella che ispirandosi a S. Giuseppe “uomo giusto” è legata alle “opere di misericordia”.
Inoltre – visto il contesto di distanziamento sociale, possibili lockdown e le molte persone che sono ricoverate in ospedale – queste indulgenze non sono legate ad un particolare luogo, ma possono essere realizzate ovunque uno si trovi a vivere.
Siccome c’è anche una particolare indulgenza legata al 19 marzo, per chi in quel giorno fa una preghiera a S. Giuseppe, reciteremo in Cattedrale, durante la S. Messa per il lavoro, la preghiera:
“A te, o Beato Giuseppe”
Tutte le indicazioni complete e dettagliate per le indulgenze nel “Decreto della Penitenzieria Apostolica, 08 dicembre 2020.2