Il 28 gennaio presso la sala Quadrivium si è svolto il Convegno organizzato da Cida – Ferdermanager sul tema “Industria Ligure Quale Futuro?”
I dati indicano un lento ma inesorabile declino per l’industria ligure ma, nel contempo, si stanno delineando delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie (INTELLIGENZA ARTIFICIALE, INTERNET DELLE COSE , ROBOTICA , CYBER SICUREZZA, SUPER COMPUTER). Quali opportunità si stanno delineando per Genova e la Liguria e come innestarle in ciò che rimane della grande industria? Ai tavoli di lavoro, dove si sono confrontati imprenditori, sindacalisti e manager, ha partecipato Monsignor Luigi Molinari cui sono state affidate le conclusioni.
I dirigenti hanno consapevolezza e contezza del valore professionale presente nelle aziende genovesi e questa apprezzabile iniziativa, per la quale ringraziamo Federmanager, è testimonianza del bagaglio di competenze in ambito industriale che Genova ancora conserva. Proprio per l’esistenza di questo retroterra il futuro di Genova passa certamente attraverso le nuove tecnologie ma non deve escludere il comparto industriale e manifatturiero che ancora resta in Città.
Tra i vari attori del tessuto produttivo genovese, portualità, turismo, high tech, l’industria manifatturiera mantiene tutta la sua importanza ed è un innegabile fattore di crescita del tessuto produttivo.
I Cappellani del Lavoro attraverso la loro quotidiana presenza nella aziende e il dialogo con imprenditori, manager, organizzazioni sindacali e lavoratori sono testimoni della grande ricchezza di professionalità e di forte senso di appartenenza e di alta professionalità che caratterizza l’industria manifatturiera genovese.
Alla domanda di Francesco Margiocco, giornalista del Secolo XIX che ha moderato le tavole rotonde: lei ha visto cambiare il panorama industriale della città. Da una parte in meglio: l’industria pesante mangiava il territorio, inquinava l’aria. Dall’altra in peggio: l’Ansaldo garantiva lavoro a una famiglia genovese su cinque. Come vede il futuro di Genova? Monsignor Molinari rimarca che il depauperamento di tale tessuto non si è verificato soltanto con la soppressione di attività inquinanti dell’industria pesante ma pure con la delocalizzazione di realtà quali Marconi Italiana e settori di eccellenza delle Partecipazioni Statali. E’ importante assicurare alle aziende manifatturiere, attraverso una attenzione da parte di tutti i soggetti interessati, le condizioni che consentano un loro consolidamento e una loro crescita. Pensiamo al cosiddetto ribaltamento del Cantiere navale di Sestri Ponente, al Distretto delle riparazioni navali che necessitano di consistenti lavori di ammodernamento e di infrastrutture in tempi il più possibile rapidi. Il software non basta, l’hardware non basta: la strada è quella dell’incontro tra i due.